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Presentazione del volume che analizza oltre quarant'anni di letteratura sul movimento artistico della Critica Istituzionale.
Individuandone la ‘preistoria’ nel discorso di Peter Bürger sulla critica dell’‘istituzione arte’, Stefano Taccone costruisce un documentato itinerario critico che giunge fino agli anni più recenti, in cui l’attenzione per la critica istituzionale si è riaccesa. Nel mezzo, un processo che passa dagli scritti di critici come James Meyer, Hal Foster, Benjamin Buchloch, ma anche di artisti come Silvia Kolbowski o Andrea Fraser.
“La critica istituzionale. Il nome e la cosa” è edito per Ombre Corte ed è stato stampato con il contributo del Dottorato di Metodi e Metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica, Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno.
Stefano Taccone (Napoli, 1981) ha conseguito un dottorato di ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica all’Università di Salerno. Attualmente è docente di Storia dell’arte nella Scuola secondaria di secondo grado. Tra le sue recenti monografie: "La cooperazione dell'arte. La pratica artistica verso la vita in area campana. La stagione dell'arte nel sociale e storie simili" (2020); "La radicalità dell’avanguardia" (2017).
Intervengono:
Stefano Taccone, autore del volume
Cristina Baldacci, docente di Storia dell’Arte Contemporanea (Università Ca’ Foscari Venezia)
Roberto Pinto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea (Università di Bologna)
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
